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Davanti a fenomeni nuovi, che investono radicalmente l'economia e disgregano il sociale servono forze e forme altrettanto nuove di intermediazione. In Francia, un gruppo di ricercatori e startupper indipendenti si è mosso dando vita all'Observatoire sur l'uberisation. E il 18 ottobre lancia l'appello per gli "Stati Generali" dell'uberizzazione.

Nato dal nome di una società di trasporto atipico - la Uber, azienda fondata nel 2009 a San Francisco che propone servizi di trasporto alternativi ai taxi - il neologismo "uberizzazione" è oramai entrato nell'uso comune, ma che cosa comporti sul piano economico e, soprattutto, su quello sociale è ancora poco chiaro. Anche perché, il fenomeno di cui Uber è al tempo stesso conseguenza e causa va ben al di là del settore dei trasporti cittadini.

Con uno smartphone e i servizi di geolocalizzazione integrata, tutti possono competere con tutti e, almeno per ora in linea teorica, accettare da tutti "lavori a chiamata". Tassisti, ma anche baby sitter, idraulici e persino medici. Un servizio? O una vera e propria dinamica finanziaria che rischia di travolgere e portare via con la piena, al netto delle rendite di posizione, interi settori della nostra economia?

Uberizzazione

L'uberizzazione nasce all'incrocio fra economia della condivisione e innovazione tecnologica, toccando tanto la ricerca di una maggiore competitività delle imprese quanto - e questo è il lato spesso lasciato nell'ombra - il desiderio di libertà e indipendenza di moltissimi cittadini-consumatori. Si tratta di un fenomeno che, partito da un micro segmento delle nostre economie (i trasporti), sta impattando con conseguenze davvero radicali su tutto il settore dell'offerta di beni e servizi. Talvolta, uberizzazione è usato come sinonimo di "disruption", distruzione.

Il neologismo "uberizzazione" indica almeno due fenomeni legati con il processo di progressiva finanziarizzazione dell'economia quotidiana. Da un lato, "uberizzazione" significa conversione di servizi e prestazioni lavorative continuative, tipiche dell’economia tradizionale in attività che invece vengono svolte solo su richiesta, a cottimo come si diceva un tempo. Dall'altro, indica un modello di business improntato a quella che il gergo aziendale chiama gig economy.

Gig economy

Ma che cos'è la gig economy? È un modello dove le prestazioni lavorative stabili sono azzerate e, di conseguenza, gli impiegati e i dipendenti a tempo indeterminato praticamente non esistono, poiché l'offerta di prodotti o servizi avviene solo "on demand", quando c'è richiesta.

Grazie alle nuove tecnologie, sia sul piano della fornitura di beni e servizi sia su quello del settore manifatturiero, questo modello è diventato estremamente pervasivo. Con ricadute qualitative immediate, ma non sempre quantificatificabili.

Settori uberizzati

Tra i settori oggi fortemente "uberizzati" ci sono i taxi, le librerie, gli hotel (dove oramai si sta affermando il modello-cassaforte robotizzato, senza portiere o personale: tutto automatizzato, dalla prenotazione al check-out), le banche, le professioni giuridiche e la ristorazione. Oggi, a frenare l'uberizzazione sono ostacoli - "sfide" preferiscono chiamarle i guru dell'uber for all - di natura fiscale, sindacale e territoriale. Puntelli che, dinanzi alla digitalizzazione sempre più integrale, rischiano di essere considerate - e talvolta lo sono davvero - come "inutili rivendicazioni" o "rendite di posizione" fuori dal tempo.

Guidare i processi in corso o farsi trascinare

Capire i processi è necessario per accompagnarli e rinnovare i diritti sociali e del lavoro. Ne sono convinti Grégoire Leclercq​, di professione imprenditore, e i numerosi colleghi con cui ha fondato l'Observatoire de l’ubérisation. A metà tra il centro studi e il meet-up, indipendente, composto da ricercatori sociali, startupper e da addetti di quello che un tempo si sarebbe chiamato "terziario avanzato", l'Osservatorio fa i conti con la modernità e con le spinte - digitalizzazione, valorizzazione dell'esperienza dell'utente, indipendenza" - che ad oggi sembrano indicare nell'uberizzazione un fenomeno che sul medio lungo periodo risulterà vincente.

Scopi dell'Osservatorio, spiega Leclercq, sono; praticare ricerca e innovazione sul tema del finanziamento del sistema sociale, riattivare il dialogo sociale con nuovi intermediari, studiare nuove regole fiscali per il lavoro e mettersi in campo per una proposta di riforma del diritto del lavoro.

L'uberizzazione si mescola con altri fenomeni: la disruption, ovvero la fine di interi settori lavorativi in seguito al passaggio al digitale, e la sharing economy. Fenomeni non sempre, di per sé, negativi, ma- afferma Leclerq - "proprio per questo da studiare. Siamo dentro un processo e dobbiamo capire come non affondare. Si tratta di un fenomeno complesso e dalle molte facce, dobbiamo capire questa complessità e affrontarla per quello che è, ma con urgenza".

Stati Generali dell'uberizzazione:18 ottobre

Proprio per questo, il 18 ottobre prossimo, l'Osservatorio lancia "Les Asise de l'Ubérisation", un incontro modello "Stati Generali" per "riunire economisti, decisori, imprenditori, grandi aziende, parlamentari, donne e uomini impegnati in poltiica, sindacalisti, giornalisti e far discutere sulla rivoluzione digitale, sociale e economica in corso". Alla domanda più specifica sul "cosa" si discuterà, Leclercq spiega che si discuterà di "adattamento": "come possiamo adattarci a questi mutamenti? Dobbiamo accettarli così come sono, tentare di governarli o combatterli punto e basta? Quali nuove forme di lavoro dovremmo favorire? Queli invece dovremmo preservare dall'uberizzazione? Domande per ora senza risposta che è comunque importante porsi e porsi con urgenza"


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  • Date de Publication: 06/04/2017
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Selon l’Observatoire de l’ubérisation les secteurs les plus ubérisés sont, par ordre décroissant

  • À 70 % : les taxis, la location, l’éducation et les services à la personne. Exemple : la société… Uber, dont les voitures de tourisme avec chauffeur concurrencent les taxis
  • À 60 % : les librairies. Exemple : Amazon, qui propose aux auteurs de publier leur œuvre sous forme électronique
  • À 50 % : les hôtels. Exemple : Airbnb qui propose des lits chez les particuliers
  • À 40 % : les experts-comptables et les banques. Exemple : les plates-formes de crowdfunding qui se passent du système bancaire
  • À 30 % : les avocats, les restaurateurs, la santé, les services publics, le stockage, la logistique, la mode, le marketing, le conseil fi nancier. Exemple : WeClaim qui propose de régler certains litiges en ligne. Ou encore VizEat, qui propose d’aller déjeuner ou dîner chez l’habitant
  • À 20 % : le bâtiment. Exemple : Hellocasa qui propose des travaux de bricolage à la demande

Ces chiffres (qui seront réactualisés en septembre prochain), sont le croisement de trois indicateurs, comme l’explique Grégoire Leclercq, le président de l’Observatoire : l’appétence des consommateurs pour les services ubérisés, le nombre de start-up présentes dans ces secteurs, et les parts de marché dont elles se sont emparées.

Création/destruction

« On compte environ 180 plates-formes ubé- risées en France, pour un chiffre d’affaires de l’ordre du milliard d’euros, avec un taux de croissance de 35 % par an et une multiplication par vingt en dix ans, précise Grégoire Leclercq. Elles emploient 14 000 personnes, auxquelles s’ajoutent 200 000 auto-entrepreneurs travaillant pour elles. » Ce n’est d’ailleurs pas un hasard si l’Observatoire a été fondé par la Fédération des auto-entrepreneurs (présidée par G. Leclercq), en partenariat avec l’association Parrainer la Croissance. « Une enquête montre qu’un quart des auto-entrepreneurs augmentent leur chiffre d’affaires d’au moins 40 % en travaillant avec une plate-forme de services aux particuliers ou aux entreprises », souligne le président de l’Observatoire. Mais loin de verser dans un angélisme béat, celui-ci souligne au contraire l’ambivalence de l’ubérisation. « D’un côté elle est créatrice de valeur, elle rend des services appréciés par les consommateurs, et elle est aussi un formidable vecteur de promotion sociale. Ainsi, 70 % des chauffeurs VTC d’Uber sont issus des quartiers sensibles. Mais d’un autre côté, l’ubérisation sape tous les acquis obtenus depuis 1936. C’est un bouleversement de la protection sociale et du droit du travail, une remise en cause de nombreux métiers. C’est pourquoi également on ne peut pas avoir un discours tout fait sur l’ubérisation. » L’Observatoire a précisément pour vocation de dépassionner le débat, « en faisant de la pédagogie et des propositions »

Frédéric Marais


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  • Date de Publication: 04/04/2017
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  • Date de Publication: 27/03/2017
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L'AFNOR organise dans son siège de Saint-Denis une rencontre le Jeudi 23 mars 2017 de 14h15 à17h30 sur le thème : "Économie collaborative : en quête de références partagées"

La rencontre est animée par Stéphane JOCK, Vice-Président du Comité Stratégique AFNOR « Biens de consommation, sports et loisirs »

Programme

  • 14h00 Accueil
  • 14h15 Introduction Sophie HUBERSON, SNELAC, Présidente du Comité Stratégique AFNOR « Biens de consommation, sports et loisirs »
  • 14h25 Présentation de l’étude prospective « Enjeux et perspectives de la consommation collaborative » : mieux connaître la réalité actuelle des marchés de la consommation collaborative et de leurs acteurs
    • Alice METAYER-MATHIEU, Adjointe au chef de bureau de l’information économique et de la prospective, DGE
    • Jean-Paul PLATTIER, Chargé de mission auprès de la Sous-directrice du droit des entreprises, DGE
  • 14h45 TABLE RONDE : Economie traditionnelle et transition vers l’économie du partage, passerelles et synergies, nouveaux entrants … des entreprises témoignent sur les potentiels de croissance et d’avenir et les conditions de sécurité, de qualité, de fiabilité dans un environnement national et international très compétitif
    • Frédérique VILLE, Directrice Générale d’IDVROOM
    • Charles-Edouard VINCENT, Directeur Général de LULU DANS MA RUE
    • Allan BALLESTER, Responsable du programme DECATHLIVES de DECATHLON
    • François-Xavier HUARD, Directeur du service Compétitivité des entreprises de l’APCMA
    • Grégoire LECLERCQ, co-fondateur de l’Observatoire de l’ubérisation
  • 15h45 ATELIERS : Quelles conditions pour une économie collaborative à armes égales ? Réfexion en groupes autour de trois thèmes :
    • Sécurité pour les consommateurs
    • Qualité des prestations et services
    • Fiabilité, pérennité, continuité du service
  • 16h45 REGARDS CROISES :
    • Point de vue d’une association de consommateurs sur l’économie du partage Jean-Louis BLANC, Secrétaire général de l’ADEIC
    • L’économie collaborative : une opportunité pour l’Europe Claudia MARTINEZ FELIX, Juriste à la Commission européenne (DG Croissance)
  • 17h20 Conclusion par Olivier Peyrat, Directeur Général du Groupe AFNOR 

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Ubérisation : comment en tirer profit en Dordogne ? C'est le thème du débat organisé le lundi 27 mars 2017 par la CCI de Dordogne et le journal Sod-Ouest.

PROGRAMME :

  • Introduction par Christophe Fauvel , président de la CCI Dordogne
  • Débat animé par Stéphane Vacchiani, de Sud Ouest, en présence de :
    • Denis Jacquet Co-fondateur de l’Observatoire de l’ubérisation
    • Christophe Charle Co-fondateur de Cdiscount et actuel P.-D.G. de Images Corp
    • Olivia Gautier Directrice de l’Hôtel-restaurant Les Orangeries
    • Guillaume Tétart Directeur de la start-up Jacoop
  • Témoignage de Laurent Deverlanges Fondateur d’HUSO (caviar de Neuvic) sur sa levée de fonds grâce à la plateforme Wiseed (présent en visioconférence).

Evénement co-organisé avec Sud Ouest.

HORAIRES 14 h 30 min - 16 h 30 min

LIEU CCI Dordogne - Pôle Interconsulaire 295 boulevard des Saveurs 24 660 Coulounieix-Chamiers

info@dordogne.cci.fr - 05 53 35 80 80

 


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Mardi 21 mars 2017, de 12:00 à 14:00 heures, retrouvez nous en Belgique ! Point Centre, 19B Avenue Georges Lemaître 6041 Charleroi

L’économie collaborative : rien ne se perd, tout se partage !

UBERISATION (nf) : transformation et déstabilisation d'un secteur avec un nouveau modèle économique tirant parti des technologies et des indépendants

Les « Ubérisateurs » suscitent de multiples réactions dans l’opinion depuis des mois. Celles des premiers concernés d’abord : les taxis avec Uber, les libraires avec Amazon et les hôtels avec AirBnB. Chaque jour, de nouveaux acteurs émergent dans les domaines de l’éducation, du droit, des transports, de la santé, du BTP, des services … Demain, l’Etat lui-même pourrait peut-être se voir ubérisé...

Les questions qui se posent sont nombreuses pour que l’ubérisation ne soit plus subie, mais réfléchie, décidée, inclusive, pour tous.

  • Quelle société voulons-nous, entre data et transhumanisme ?
  • Quel impact du numérique sur les pouvoirs traditionnels ?
  • Quel droit du travail, équilibres sociaux, démocratie sociale ?
  • Quelle formation et éducation pour accompagner le changement ?
  • Quel financement pour permettre l’essor de modèles économiques alternatifs et Européens ?

Tentons d'y répondre en décryptant les clés et en proposant des pistes d'amélioration !

Intervenant : Grégoire Leclercq

Ingénieur en Informatique, Ecole Spéciale Militaire de Saint Cyr, Master en Droit Pénal, MBA HEC Paris
DRC du groupe EBP informatique et président de la Fédération des Auto-Entrepreneurs, co-auteur du livre "L'auto-entrepreneur pour les Nuls", il se passionne et se mobilise depuis 2009 pour les nouvelles formes d’activités professionnelles. Avec 80 000 adhérents, la « FEDae » est devenue incontournable dans les débats sur le travail indépendant porté notamment par le développement des fameuses « plateformes ». C’est donc très naturellement qu'il s’est intéressé à la question de l’Uberisation et à ses retentissements dans nos modèles économiques, sociaux et fiscaux. Cofondateur en 2015 de l'Observatoire de l'Ubérisation avec Denis Jacquet, ils signent ensemble un ouvrage sur le sujet publié en octobre dernier chez Dunod « L’Uberisation : un ennemi qui vous veut du bien », ouvrage nominé au Prix Turgot 2017.

Cette conférence vous est offerte par le Bubble Hub, Héraclès, La Maison de l'Entreprise (LME), Digital Attraxion et EBN Wallonia, avec le soutien du FEDER.

Important : Suite à la conférence, un atelier de coaching réservé aux entreprises de l'économie collaborative (en phase de création ou déjà existantes) sera organisé au Point Centre de 14h30 à 17h30 en présence de Grégoire Leclercq et d'accompagnateurs (Héraclès, LME, Digital Attraxion...). Nombre de places limité à 12.


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Comme chaque année, les étudiants du master MTI (Management de la Technologie et de l'Innovation) de l'Université Dauphine organisent une conférence portant sur un sujet d'actualité dans l'innovation. La promotion 2017 organise cet événement phare portant sur ” Les nouveaux tiers-lieux de l'innovation : quels nids pour les pépites, les communautés et la foule ? ”.

Professionnels de l'innovation, étudiants, chercheurs, enseignants, viendront à cette rencontre qui se tiendra le jeudi 23 Mars, à MINES Paris Tech de 17h30 à 21h.

@Master_MTI - #TiersLieuxMTI

L'innovation ?

Longtemps tributaire des départements R&D des organisations, la fonction d'innovation s'ouvre à d'autres acteurs internes et externes de l'écosystème. Les nouvelles technologies amplifient cette ouverture et permettent de mobiliser l'intelligence collective du plus grand nombre. En parallèle, on observe la prolifération de tiers-lieux ou nouveaux espaces de travail collaboratifs qui se veulent être des cadres propices à l'émulation et à la créativité : fablabs, hackerspaces, incubateurs, accélérateurs, espaces de co-working Et les organisations s'inspirent de ces tiers-lieux et adaptent ces initiatives en interne: intrapreneuriat, challenges innovants, hackhatons...

Des équipes resserrées à l'échelle des pépites, aux collectifs étendus des communautés, quels sont ces nouveaux tiers-lieux o se crée l'innovation et qui favorisent la créativité de tous. Quelles sont les démarches collaboratives mises en place et les best practices à adopter ? 

Autour de ce thème, nous chercherons donc les réponses et les opinions des acteurs qui opèrent au plus près du phénomène : entrepreneurs, directeurs de l'innovation de grands groupes, chercheurs et acteurs publics débattront sur l'émergence de ces nouveaux tiers-lieux.

L'observatoire participera à la seconde table ronde

Pour la 9ème édition de sa conférence annuelle, le Master MTI a rassemblé une quinzaine de personnalités qui viendront partager leur expérience et leurs connaissances dans un format dynamique et innovant, jonglant entre interventions d'experts académiques et professionnels sur scène ainsi que de ” grands témoins ” et des participants dans la salle.

Séquence 2 : L’innovation à l’échelle des communautés

3 Retours d’expérience et un grand témoin

Les nouvelles stratégies des entreprises : pourquoi et comment inclure les salariés pour faire émerger des communautés à l’intérieur et à l’extérieur des frontières de l’entreprise ? Nous voyagerons à l’échelle des communautés dans les grands groupes et même hors des frontières de ces grands groupes

  • Merete Buljo, Chief Digital Officer de Natixis
  • Bruno Leprince-Ringuet, Vice-Président R&D Europe d’Air Liquide
  • Philippe Mihelic, Creative Director & Innovation Officer La Poste
  • Grand Témoin : Grégoire Leclercq, Cofondateur Observatoire de l’Ubérisation

Voir le site internet de la conférence : http://www.conference.master-mti.fr/

Voir le pitch de la conférence


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MEDEF L'UNIVERSITÉ DU NUMÉRIQUE

La data dans tous ses états ! Les 15 et 16 mars 2017 - #Unum

La data dans tous ses états, ou comment la donnée collectée, générée ou produite par l’entreprise devient un formidable levier de création de valeur ? Cette année, le fil rouge des débats et des témoignages sera la donnée. Pas très original pensez-vous ? … non si on en reste au seul constat de sa croissance exponentielle et de sa vertigineuse démultiplication, mais tellement fondamental quand on rentre dans le champ des possibles et des promesses qu’elle véhicule !

Denis Jacquet représentera l'Observatoire les 15 et 16 mars

15 mars Table ronde : Quelles compétences pour les métiers de demain ?

Les compétences requises par la transformation numérique des entreprises sont encore mal cernées et difficilement exprimées par les acteurs eux-mêmes. Et pourtant l’enjeu de leur disponibilité pour l’entreprise est réel et exacerbé par une concurrence mondiale. Le système éducatif français a-t-il pris la mesure des nouvelles compétences à développer et des formations à déployer ? Les métiers traditionnels sont-ils à l’abri de ces mutations ? Comment les entreprises anticipent-elles ces mutations ? Animateur : Lucas Jakubowicz, journaliste au JDN

Denis viendra démontrer l’impact colossal que l’Ubérisation va provoquer jusqu’aux fondements essentiels des sociétés occidentales. Il a décidé de monter l’Observatoire de l’Ubérisation avec Grégoire Leclercq (Fédé des auto-entrepreneurs). L’objectif est de préparer la France (dans un premier temps) au digital, en permettant aux « ubérisateurs et ubérisés » de définir leur cadre de concurrence, de proposer une vision de la société face aux enjeux et bouleversements que cette économie entraîne, de faire des propositions pour une classe politique qui ne comprend pas ce qui est en jeu.

16 mars Déjeuner

Denis Jacquet sera également présent le 16 mars pour un déjeuner de dirigeants de région angevine à 12H30. Dédicace de l'ouvrage "Ubérisation, un ennemi qui vous veut du bien" sur place.


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  • Date de Publication: 17/03/2017
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Le Réseau Entreprendre Val de Marne organise le 15 Mars à 11H30 une conférence cocktail « Ubérisation, un ennemi qui vous veut du bien ? »

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Alain Philippe Etlin, Président, et le Conseil d’Administration de Réseau Entreprendre Val de Marne ont le plaisir de vous inviter à la première conférence du Club des Grandes Entreprises du Val de Marne.

Grégoire Leclercq, co-auteur d’un ouvrage sur ce thème, mention d’honneur au Prix Turgot du meilleur livre de l’économie financière animera la conférence.

UBÉRISATION (nf) : transformation et déstabilisation d’un secteur avec un nouveau modèle économique tirant parti des technologies et des indépendants. Les « Ubérisateurs » suscitent de multiples réactions dans l’opinion depuis des mois. Celles des premiers concernés d’abord : les taxis, les libraires, les hôtels... Chaque jour, de nouveaux acteurs émergent dans de nombreux domaines… Demain, l’Etat lui-même pourrait peut-être se voir ubérisé...

Les questions qui se posent sont nombreuses pour que l’ubérisation ne soit plus subie, mais réfléchie.

  • Quelle société voulons-nous, entre data et transhumanisme ?
  • Quel impact du numérique sur les pouvoirs traditionnels ?
  • Quel droit du travail, équilibres sociaux, démocratie sociale ?
  • Quel financement pour permettre l’essor de modèles économiques alternatifs ?

Grégoire Leclercq DRC du groupe EBP informatique et président de la Fédération des Auto-Entrepreneurs, il se passionne et se mobilise depuis 2009 pour les nouvelles formes d’activités professionnelles. C’est donc très naturellement qu’il s’est intéressé à la question de l’Ubérisation et à ses retentissements dans nos modèles économiques, sociaux et fiscaux. Cofondateur en 2015 de l’Observatoire de l’Ubérisation avec Denis Jacquet, ils signent ensemble un ouvrage sur le sujet publié en octobre dernier chez Dunod « L’Ubérisation : un ennemi qui vous veut du bien »

L’intervention suivie d'un cocktail déjeunatoire de 13h à 14h offert par le Groupe ADP.

Lieu de la conférence

Maison de l'Environnement et du Développement durable de l'aéroport de Paris-Orly

Face au n° 73 avenue Jean-Pierre Bénard

91200 Athis-Mons

Parking gratuit


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  • Date de Publication: 01/03/2017
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L’ubérisation ; phénomène dévastateur ou perspective d’avenir et de prospérité ?

C'est la question à laquelle ont souhaité répondre 5 étudiants de première année de l'IUT de Saint-Etienne – Département Gestion administrative et commerciale des organisations - GACO (Jean-Baptiste GAUTHIER, Alicia DE SOUSA MOREIRA, Jeanne GUILLE, Marylise EYNARD et Joséphine CHARRIERE). Grégoire Leclercq, cofondateur de l'Observatoire les a accompagné dans leurs réflexions. En voici le résumé.

Simple phénomène de mode ou renouvellement durable d’un système désormais « dépassé » ? Le modèle socioéconomique serait-il donc arrivé à expiration ? Est-ce vraiment la révolution annoncée ?

Depuis quelques temps, les polémiques et débats autour du sujet inondent la toile et les médias. Tout le monde s’interroge, tente d’évaluer le phénomène, de mesurer son ampleur afin de déterminer la menace que l’ubérisation pourrait représenter ou au contraire, l’opportunité qu’elle pourrait être.

  • Les auteurs traditionnels de l’économie en tremblent
  • les start-up s’en inspirent
  • les politiques s’interrogent
  • les économistes mesurent, doutent, prévoient et se perdent en conjectures improbables sous le poids de ce nouveau marché
  • les syndicats hurlent à la concurrence déloyale contre ce nouveau phénomène.

Nous nous sommes donc interrogés sur ce phénomène qui agite tant l’actualité et qui ne cesse de prendre de l’ampleur ; nous avons mené l’enquête.

Le terme « Ubériser », est entré en 2017 dans le Petit Robert sous cette définition : « Déstabiliser et transformer avec un modèle économique innovant tirant parti des nouvelles technologies ». Wikipédia, pour sa part, en donne une définition plus large : « L’ubérisation est un phénomène récent dans le domaine de l’économie consistant à l’utilisation de services permettant aux professionnels et aux clients de se mettre en contact direct, de manière quasi instantanée, grâce à l’utilisation des nouvelles technologies. La mutualisation de la gestion administrative et des infrastructures lourdes permet notamment de réduire le coût de revient de ce type de service ainsi que le poids des formalités pour les usagers. Les moyens technologiques permettant l’ubérisation sont la généralisation du haut débit, de l’internet mobile, des smarphones et de la géolocalisation. Elle s’inscrit de manière plus large dans le cadre de l’économie collaborative. »

Les étudiants ont voulu aller plus loin que ces définitions et étudier ce phénomène, ses causes et ses effets afin de comprendre l’impact qu’il pourrait avoir sur notre société et sur nos modes de vie et pourquoi il effraie autant qu’il séduit. Cependant, le sujet est vaste, très récent et en perpétuelle évolution, et l'équipe est restée sur une observation large du phénomène.

En quoi l’Ubérisation de la société pourrait déstabiliser le modèle socio-économique français actuel, considéré comme traditionnel ? »

A travers cette problématique, on retrouve les causes et les conséquences de ce phénomène qui soulève tant d’interrogations

  • origines de l’uberisation
  • quels secteurs sont touchés
  • effets socioéconomiques engendrés
  • dispositions juridiques envisagées

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A PROPOS

Animé par la Fédération Nationale des auto-entrepreneurs (FNAE), cet observatoire a pour but d'analyser l'ubérisation, d'apporter un constat précis et de proposer des pistes de réflexion autour de la réforme du code du travail, du dialogue social, de l'évolution du Droit, de la protection des travailleurs affiliés aux plateformes...

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